mercoledì 18 gennaio 2012

Mfc- Museo di fotografia Contemporanea


Mfc- Museo di fotografia Contemporanea



Museo di Fotografia Contemporanea


*STORIA 
L’idea di dar vita a un museo dedicato alla fotografia contemporanea nasce in seno al Progetto Archivio dello spazio (parte del più ampio Progetto Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano, 1987-1997).
Il progetto viene avviato nel 1996 dalla Provincia di Milano, alla quale si unisce subito il Comune di Cinisello Balsamo. Nel suo svolgersi ha visto anche la collaborazione della Regione Lombardia e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Dopo una prima fase durante la quale un comitato scientifico composto da studiosi italiani e stranieri lavora al progetto e alla definizione della mission e delle attività e hanno inizio i lavori di ristrutturazione dell’Ala Sud di Villa Ghirlanda, oggi sede del museo, viene avviata la costituzione delle collezioni fotografiche e della biblioteca.
A partire dal 2000 hanno inizio in una sede provvisoria tutte le attività del futuro museo: catalogazione e conservazione, mostre, pubblicazioni, seminari di studio, committenze a fotografi contemporanei, sperimentazioni didattiche. Contemporaneamente viene costruita una rete di collaborazioni nazionali e internazionali con università, scuole, istituzioni.
Il Museo di Fotografia Contempornea viene inaugurato il 3 aprile 2004, nella sede completamente ristrutturata dell’Ala Sud di Villa Ghirlanda.
La Fondazione che lo gestisce è costituita nel 2005 da Provincia di Milano e Comune di Cinisello Balsamo, con il contributo di un partner privato, Epson Italia.


Fondo idea di metropoli

Compongono il fondo opere che derivano da incarichi affidati agli otto artisti italiani durante il primo progetto di committenza svoltosi nella fase preparatoria alla nascita del Museo di Fotografia Contemporanea. Esse indagano il concetto di metropoli, intesa come ambiente urbano, scena sociale ma anche come luogo esistenziale, psicologico, virtuale. Grande rilievo viene dato alla figura umana, mentre lo spazio urbano spesso fa da sfondo alla narrazione.
Datazione 1997-2002
Autori Ezio Colanzi, Paola Di Bello, Francesco Jodice, Tancredi Mangano, Roberto Marossi, Roberta Orio,Marco Signorini, Cristina Zamagni

Francesco jodice

Cristina Zamagni

Marco Signorini


Fondo Paolo Gioli
La raccolta comprende una selezione rappresentativa dell’opera di Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942). Le immagini sono dedicate soprattutto al nudo femminile e maschile e al ritratto e l’autoritratto, episodicamente anche alla natura morta e al paesaggio. Tutte le opere sono pezzi unici Polaroid o Cibachrome, le tecniche sono rare e inventate dall’artista stesso fuori dai normali standard industriali, in molti casi irripetibili, preziose per l’alto grado di sperimentazione.
Datazione 1977-1995
Autori Paolo Gioli







COLLEZIONE FINE

La collezione, costituita dall’associazione culturale torinese FINE con l’intento di promuovere
un’area di libero scambio e di svolgere attività senza fini di lucro, comprende autori contemporanei soprattutto emergenti sia italiani che internazionali. In particolare sono presenti esempi di reportage sociale e di ricerca artistica.
Stampe 198
Datazione 1974-primi anni Duemila
Autori Brandy Eve Allen, Giuseppe Anfossi, Simone Bacci, Maura Banfo, Alessia Barucchi, Aldo Basili, Gabriele Basilico, Claude Belime, Jacopo Benassi, Luca Bernardelli, Bruna Biamino, Jean-Louis Bigou, Pierre Boè, Carmelo Bongiorno, Davide Bramante, Massimo Cairo, Alessandro Cane, Claudine Capdeville,Monica Carocci, Davide Casali, Pierangelo Cavanna, Fabienne Charles, Dario Colombo, Jean Yves Corre,Claudio Cravero, Mario Cresci, Anna Cretella, Orly Dahan, Willy Darko, Donato De Lisi, Massimo De Pasquale, Alessandro Dominici, Danilo Donzelli, Maria Erovereti, Maks Flandrina, Rocco Formini, Vittore Fossati, Mario Giacomelli, Helen Giovanello, Dorothy Goizet, Zsuzsanna Harmathy, Claudio Isgrò, Bernard Lanteri, Eric Le Vergè, Paolo Leonardo, Sabine Macher, Pierluigi Manzone, Franco Mapelli, Luigi Marcello, Céline Martinez, Emanuele Martino, Anne Montaut, Florence Mouraux, Bruno Nardini, Nicoletta Nicosia, Francesco Nonino, Irina Novarese, Pierre Olingue, Mauro Pelissetti, Pier Paolo Preziosi, Helen Quintilla, Francesco Radino, Mauro Raffini, Paolo Ranzani, Turi Rapisarda, Rapisarda – Bramante, Gerardo Regnani, Silvia Reichenbach, Sylvie Romieu, William Ropp, Alain Sagaert, Luca Saini, Roberto Salbitani, Pino Scavo, Jana Sebestova, Eric Sinatora, Ada Sola, Michi Suzuki, Giancarlo Tovo, Trialdi & C., Cristina Zamagni




e l'autore di una mostra...

KLAUS ZAUGG.

FOTOGRAFIE DI MODA E PUBBLICITÀ

La mostra presenta un percorso dell’opera di Klaus Zaugg (Solothurn 1937- Buzios 1994), figura interessante nell’ambito della fotografia di moda e pubblicità nel momento in cui, tra anni Sessanta e Ottanta, diventa sempre più preponderante l’apporto creativo del fotografo anche nel mondo della professione.
Dopo aver studiato alla Kunstgewerbe Schule di Zurigo (1955-1959), Klaus Zaugg apre uno studio a Solothurn, sua città natale, occupandosi inizialmente di vedute urbane, immagini di vita quotidiana e sperimentazioni astratte su oggetti e forme grafiche. Trasferitosi in Italia, nel 1967-68 collabora con il grafico e architetto Franco Grignani, che influenza profondamente la sua opera. In questo periodo produce immagini astratte attraverso varie tecniche: fotogrammi, riproduzioni al tratto, sovraimpressioni e chimigrammi. Alla fine degli anni Sessanta inizia la sua attività di fotografo di moda e pubblicità realizzando nel tempo campagne pubblicitarie per importanti aziende (Cassina/Busnelli, Cherie Moda, Ellesse, Facis, Imec, Playtex, Alfa Romeo, Fiat, Peugeot, Mobilificio Girgi, Alitalia, Black and Decker, Ferrero, Longines, Peroni, Perugina, Saiwa, Snam).
Parallelamente sviluppa una sua ricerca personale centrata sul corpo femminile, fotografato sia in studio sia in esterno, e sul ritratto. Nel 1976 realizza per “Die Zeit” e “Der Spiegel” ritratti di personaggi importanti del cinema e della cultura, come Erica Jong, Federico Fellini, Susanna Agnelli, Donald Sutherland. Sempre nel 1976 lavora a un reportage sul set cinematografico del film di Federico Fellini “Il Casanova”. Negli anni Settanta e oltre collabora con importanti architetti e designer tra i quali Gaetano Pesce.
Tutto il suo lavoro è caratterizzato da una forte sensibilità per l’astratto, il surreale, il metafisico, che giunge alla massima espressione nella maturità con due lavori molto diversi tra loro: da una parte Klaustrofobia (esposta a Solothurn nel 1990), una singolare serie di autoritratti nei quali mette in evidenza i propri fantasmi; dall’altra il calendario per la Swatch, in cui l’oggetto orologio si trasforma e si trasfigura in colorate forme diverse, confluito poi nella mostra L’ora di Zaugg (1992).
L’opera di Zaugg, carica di suggestioni di tipo pittorico e grafico, si muove in una dimensione irreale, tra il fantastico e il pop. Protagonista della scena milanese, egli è inventore di forme di comunicazione volte a stimolare il consumo e al tempo stesso interessanti per un’analisi del costume e dei modelli di comportamento.




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